La via Appia, o Appia longarum regina viarum in latino, che significa “Regina delle lunghe strade”, fu una delle prime lunghe strade ad essere completamente lastricato. La costruzione dell’Appia iniziò nel 312 a.C., dapprima da Roma a Capua e successivamente a Benevento e Brindisi.
La ragione per la costruzione della strada fu che durante la prima guerra sannitica (343-341 a.C.) i romani si resero conto di non poter sostenere o rifornire le truppe bene sul campo contro i Sanniti attraverso le paludi a sud di Roma. Una rivolta della Lega Latina prosciugò ulteriormente le loro risorse. Rinunciarono e si misero d’accordo con il popolo sannita
La seconda guerra sannitica (327-304 a.C.) scoppiò quando Roma tentò di insediare una colonia a Cales (vicino a Capua) nel 334 a.C. e di nuovo a Fregellae (vicino a Frosinone) nel 328 a.C., più nell’entroterra, nella zona paludosa. I Sanniti, ormai una grande potenza dopo aver sconfitto i Greci di Taranto, occuparono Neapolis per cercare di assicurarsi la sua lealtà. I napoletani si appellarono a Roma, che inviò un esercito e cacciò i Sanniti da Napoli.
Quando Appio Claudio Cieco, un patrizio di illustre stirpe, fu eletto censore nel 312 a.C., iniziò a intraprendere audaci opere e progetti pubblici senza attendere istruzioni dal Senato romano. Il suo progetto di gran lunga più noto è la strada che attraversa le Paludi Pontine fino alla costa a nord-ovest di Napoli, dove gira a nord verso Capua. Su di essa, un numero illimitato di truppe fresche poteva essere spedito sul teatro delle operazioni, e i rifornimenti potevano essere spostati in massa verso le basi romane senza ostacoli da parte del nemico o del terreno.
La nuova strada raggiunse il suo scopo. L’esito della seconda guerra sannitica fu finalmente favorevole a Roma. In una serie di colpi i Romani ribaltarono le sorti, portando l’Etruria al tavolo delle trattative nel 311 a.C., lo stesso anno della loro rivolta, e il Sannio nel 304 a.C. La strada fu il fattore principale che permise loro di concentrare le forze con sufficiente rapidità e di mantenerle adeguatamente rifornite, dopodiché divennero un avversario formidabile.
Quando nel 312 a.C. fu costruita la Via Appia, la strada partiva dalle mura serviane e della porta delle Camene, come probabilmente veniva chiamata. Nella mitologia romana, le Camene erano originariamente dee del parto, dei pozzi e delle fontane, nonché divinità profetiche. La valle dove si trovava la porta è ora il viale delle Terme di Caracalla. Nell’antichità era coperta di boschi, grotte e sorgenti d’acqua dolce considerate sacre e misteriose.
Poiché l’Appia aveva come punto di arrivo la città di Capua, il nome della porta fu cambiato in Capena e l’intera area, già rilevante per vari motivi, assunse un ruolo molto importante come importante punto di transito e contatto con l’Italia meridionale.
In ambito letterario, la porta viene citata anche per un altro importante evento che ha segnato profondamente la storia di Roma: come riporta Tito Livio, dopo la disastrosa battaglia di Canne, il Senato si riunì per valutare la situazione “ad portam Capenam”, che era uno dei tre luoghi di riunione dell’assemblea.
l Foro Romano, accanto all’Arco di Settimio Severo, esistevano le prime due pietre miliari, chiamate “Umbilicus Urbis Romae”, legate dalla leggenda a Romolo, il fondatore di Roma, e il Milliarium Aureum, una pietra miliare d’oro eretta da Augusto. Si riteneva che tutte le strade partissero da questi monumenti e tutte le distanze nell’Impero Romano venivano misurate in relazione ad essi. Nella foto i resti dell’Umbilicus Urbis Romae, purtroppo del Milliarium Aureum non è rimasto nulla se non due pezzi di dubbia provenienza.
Oggi, le moderne autostrade e arterie hanno in gran parte sostituito l’antico sistema di transito (anche se alcuni frammenti esistono ancora). Il che solleva la domanda: tutte le strade portano ancora a Roma? moovel lab, un team tedesco di progettazione urbana, ha una risposta. I programmatori di dati hanno sovrapposto una griglia di 486.713 celle a una mappa stradale digitale open source dell’Europa. Hanno quindi sviluppato un algoritmo per calcolare un percorso verso Roma da ciascuna di quelle celle e hanno scoperto che sì, effettivamente, c’era un modo da ogni punto (anche se potrebbe essere esagerato dire che “tutte le strade” portano alla città). La mappa sopra mostra questi percorsi; più spesso è disegnato il segmento stradale, più frequentemente quella strada è stata utilizzata in tutti i percorsi.
Che tutte le strade portano a Roma lo possiamo vedere su una copia su pergamena del XIII secolo chiamata “Tabula Peutingeriana” da un possibile originale romano. Copre l’Europa (senza la penisola iberica e le isole britanniche), il Nord Africa e parti dell’Asia, tra cui il Medio Oriente, la Persia e l’India. Secondo un’ipotesi, la mappa esistente si basa su un documento del IV o V secolo che conteneva una copia della mappa del mondo originariamente preparata da Agrippa durante il regno dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.). La mappa fu scoperta in una biblioteca della città di Worms dallo studioso tedesco Conrad Celtes nel 1494, che la lasciò in eredità nel 1508 a Konrad Peutinger, un antiquario tedesco di Augusta, da cui la mappa prende il nome. La famiglia Peutinger mantenne il possesso della mappa per più di duecento anni, fino a quando fu venduta nel 1714. In seguito, passò di mano tra diverse famiglie reali, fino a quando fu acquistata dal principe Eugenio di Savoia per 100 ducati; alla sua morte, nel 1737, fu acquistata per la Biblioteca Imperiale Asburgica di Vienna. Oggi è conservata presso la Biblioteca Nazionale Austriaca, nel palazzo Hofburg di Vienna. Tabula Peutingeriana online.
Ci sono molti altri itinerari e antiche mappe che descrivono antiche strade in cui le indicazioni e i nomi corrispondono a quel preciso momento storico e quindi non c’è quasi nessuna corrispondenza diretta tra gli itinerari conosciuti.
Quando parliamo di antiche strade in Italia, dobbiamo informarvi che non tutte le strade intorno a Roma sono state tracciate dai romani; prima dei romani e della costruzione di strade romane in tutta Europa, la civiltà etrusca, iniziata intorno al 900 a.C. e terminata con l’assimilazione nell’Impero Romano intorno al 90 a.C., aveva già creato una rete di strade a nord e a sud di Roma.
Queste strade, contrariamente a quelle romane, non erano asfaltate, ma inizialmente erano semplici sentieri nel paesaggio italiano. Con l’aumento della popolazione etrusca e del commercio con i carri trainati da animali, le strade etrusche iniziarono a sprofondare nel terreno.
Questo effetto fu creato dalla morbida pietra tufacea vulcanica, che era stata depositata in tutta l’area intorno a Roma dalle eruzioni vulcaniche piroclastiche in vari periodi molto prima della storia etrusca e romana, erosa dall’azione meccanica dei carri. Le ruote dei carri cominciarono a lasciare solchi profondi nel terreno e il trasporto di merci su queste strade fu possibile fino a quando gli assi dei carri non iniziarono a colpire il centro della strada. La soluzione degli Etruschi a questo problema fu quella di scavare la strada sempre più in profondità. Ora, soprattutto a nord di Roma, ci sono molti villaggi con “vie Cave” o “Tagliata”, alcune profonde fino a 20 metri.